Singapore: Il Principe beve Red Bull e mette le ali

Sontuoso. Come un Principe, ma più veloce.
Più veloce di tutti, più veloce delle velocissime, temibili, incollate-a-terra RB6 inventate dalla matita magica del genio Newey. Vetture perfette in qualifica, spade filanti in gara, gentili sulle gomme, inarrivabili e favoritissime per la Pole quanto per la vittoria finale.

Ma è Singapore. Ed è il regno di Alonso. Conquistato due anni or sono con un colpo di stato del “genio” Briatore, difeso con un podio impossibile l’anno dopo guidando una Renault 4…
E oggi è ancora lui, il “Principe delle Asturie”, a guardare i suoi sudditi dal gradino più alto, l’unico che conta.
E’ Singapore.. Acceleri delicatamente, salti sulle chicane flirtando coi muretti, scarichi i cavalli sul rettilineo, e poi giù a calci sul pedale del freno. E di nuovo via in progressione, via nella notte verso il traguardo.

E non basta evidentemente avere una Red Bull, non basta essere Vettel o Webber.. Ci vuole il volante di una Ferrari, un ingegnerino che ti sussurra dal muretto, una squadra fortissima e poi tanto cuore, coraggio, nervi e palle d’acciaio.

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