Daj-e!
È bello avere amici e parenti sparsi qua e là tra Italia e Germania. Puoi andare a trovare “Paolo” a Norimberga quando corrono il DTM e la F3 Europea. Puoi andare a trovare “Stefano” a Milano, proprio quando a settembre c’è il GP di Monza. Da quest’anno puoi anche andare a trovare “Alessandro” quando a Roma arriva la Formula E. Per amici situati in altre città nei pressi di Spa, Le Mans o Nürburg ci sto lavorando.
Appena usciti i biglietti per l’ePrix di Roma mi affretto a scrivere al mio caro amico Alessandro per auto-invitarmi. Ricevo subito risposta affermativa. Mi fiondo sul Ticketshop del sito e opto per la tribuna 4A situata alla fine del tratto più veloce del circuito ed a ridosso di una curva secca a sinistra. “Quale miglior posto per vedere sorpassi?” Penso io. Intuizione (quasi) perfetta. Biglietti costati Euri 28 cadauno. Volo Monaco – Roma per il weekend pagato Euri 125 con orari eccellenti. Tutto alla grandissima insomma.
E invece no.
A circa un mese dalla partenza (volo prenotato a gennaio) inizia il calvario del mio biglietto aereo per Roma. Dapprima Vueling anticipa il ritorno dalle comode ore 19 alle antipatiche ore 15. Eurowings non ci sta e rilancia: cancella il volo d’andata. Colgo la palla (ed il dovuto rimborso) al balzo per prendere un Monaco – Napoli solo andata con partenza il lunedì, salutare amici e parenti e partire il venerdì col treno in direzione Roma. Costo totale al netto del rimborso: 30€.
Daje!
Arrivato a Napoli la settimana della gara si ha finalmente notizia dei biglietti per l’ePrix. Apro il pdf. Cerco in qualche angolo fila e numero posto. Niente. Con un po’ di stizza realizzo che nessun biglietto per il primo ePrix a Roma è numerato. Disappunto. Arrivo il venerdì a Roma con la testa totalmente in modalità “vacanza”, conosco già l’evento (prima volta che vedo lo stesso campionato in due circuiti diversi) e non ho alcuna voglia di correre al circuito. In più sono accompagnato questa volta da colui che mi ospita che di correre all’EUR ha ancora meno voglia del sottoscritto. Risveglio alle 10, colazione rilassatissima, imprevisti (“unsafe release” della lavatrice) e mentre si corrono le qualifiche siamo ancora in metropolitana. Arriviamo giusto un quarto d’ora prima della super pole per guardarla in compagnia della coppia più chiacchierata del Twitter: Samuele & Greta.
Da subito è chiara una cosa: la visibilità dalla tribuna fa schifo. Dai posti più in alto si vede a malapena dove passano le auto, ossia soltanto la parte più esterna della pista. Finita la super pole ci dirigiamo verso la food-zone: tutte queste ore in piedi ci hanno fatto venire una fame… Veniamo attirati dal food truck pugliese e ordino un panino col polpo e l’insalatina. Contando che del polpo avrò visto mezzo tentacolo e che l’insalatina era davvero “ina”, i 9€ spesi (equivalente di mezzo biglietto del Frecciarossa) sono stati leggermente troppi…
Finito il pranzo da sceicchi raggiungiamo la zona autografi dove volevo almeno fare una foto al volo con Lotterer. Irritato da chi iniziava a scavalcare, da una signora che invitava il sottoscritto verbalmente e fisicamente a “spigne” (quando la fila era oltretutto ancora ferma) e da chi si professava “esperto della materia” scambiando la Smart a guida autonoma per la Roborace, decido di mollare tra lo sconcerto generale proprio quando stava per iniziare la sessione autografi. Preferisco usare il poco tempo disponibile per visitare il resto dell’eVillage e raggiungere la famigerata Nuvola. Solo una novità rispetto all’eVillage berlinese: la presenza della monoposto Gen2. Giudizio definitivo dopo averla vista dal vivo: bella (al netto del tubo di titanio). Speravo di rivedere anche la Roborace, ma niente.
Come già avvisato da Samuele, uscire dalla Nuvola non è cosa molto veloce ed intuitiva. Quasi tutti i percorsi pedonali attorno al circuito sono a senso unico. Ponti compresi. Questo impone un giro infinito per uscire dal Centro Congressi e raggiungere di nuovo la tribuna. Distanze quadruplicate quando a mio avviso bastava raddoppiare il numero di ponti e creare un doppio senso di marcia, come ad esempio previsto a Berlino.
Tornati finalmente alla tribuna 4A e raggiunti da Samuele e Greta ci sediamo il più in alto possibile con la (vana) speranza di vedere qualcosa. In effetti ci avevo visto lungo con la scelta della tribuna. Proprio in quella staccata ci sono stati la maggior parte dei sorpassi (come sovente questa stagione, avvenuti solo negli ultimi 10 giri, per il resto un trenino). Peccato non averli potuti vedere nonostante fossero tutti sotto il nostro naso. Come detto la visuale della pista era ridotta al minimo, impossibile vedere le monoposto che passavano all’interno della staccata. A rendere il tutto ancora più irritante ci si mettono l’iperattività delle file davanti la nostra, intenta in un estenuante “seduti – in piedi” ad ogni transito (in parte comprensibile, data la scarsa visuale) ed un inutile sottofondo musicale che ha coperto tutto il tempo la telecronaca proveniente dagli stessi speaker (incomprensibile).
Finita la gara raggiungiamo tutti e 4 il podio, dove finalmente riesco a scambiare quattro chiacchiere con Saetta, visto e salutato solo fugacemente prima della sessione autografi. Lasciando il circuito ne approfittiamo per dare uno sguardo all’ultima parte dell’e-Village non ancora visitata.
Inevitabilmente viene da fare confronti tra Berlino e Roma. Inevitabilmente bisogna anche fare dei distinguo. Il (terzo) Berlin ePrix si è tenuto in un aeroporto in disuso con migliaia di metri quadrati utilizzabili a proprio piacimento. Il Rome ePrix è stato organizzato in un quartiere tra palazzi e strade, che impone tra le altre cose di frammentare l’e-Village tra diverse zone dell’EUR. È quindi ovvio che a Berlino è tutto più a misura di spettatore. L’organizzazione romana è apparsa palesemente “acerba”, trattandosi di un evento alla prima edizione. Non ho trovato (con molta sorpresa) enormi falle nell’organizzazione dell’evento in sé, anche se percorsi obbligati così lunghi avrebbero avuto più senso in una manifestazione di gran lunga più affollata. Senza dubbio alcuno è da rivedere la progettazione delle tribune.
La speranza è che questa prima edizione sia servita per fare esperienza e torni utile per migliorare quelle future, già annunciate a fine gara da Agag e Raggi.