Formula 1: grafico e analisi gara Silverstone
Hamilton vince un Gran Premo di Gran Bretagna sensazionale per colpi di scena e ricco di spunti strategici: analisi gara Silverstone.
Gran Premio come non se ne vedevano da un po’. Men Over Machine, gli uomini che prendono il sopravvento sul mezzo meccanico. Credo lo ricorderò a lungo.
Analisi gara
Al via entrambe le Mercedes avevano perso la posizione dalle Williams. Dopo una fase di Safety Car dovuta agli incidenti del primo giro, Massa conduceva la gara su Bottas, Hamilton e Rosberg mentre più staccato Hulkenberg teneva a bada un gruppone di scalmanati con Raikkonen, Kvyat, un distratto Vettel e Perez.
Ancora una volta il “fattore cancello” la fa da padrone: le Williams sono impossibili da attaccare. Lo avevo scritto tempo fa ed è stato un piacere constatare come nemmeno Hamilton e la sua Mercedes siano riusciti ad avvicinare la Williams di Bottas abbastanza da poter tentare un sorpasso.
Giri 13 e 14: gli undercuts Ferrari
È stata la Ferrari in qualche modo a dettare le danze, chiamando Raikkonen per una sosta più che anticipata al 13mo giro e Vettel immediatamente dopo: le simulazioni gara a singola sosta suggerivano di entrare intorno al 22mo giro per poi portare le gomme hard fino al traguardo, ma la Ferrari ha preferito intanto assicurarsi il doppio sorpasso sul gruppo Hulkenberg e valutare durante il prosieguo se portare le vetture direttamente al traguardo o switchare su due soste. La decisione Ferrari veniva completamente ignorata da Red Bull e Force India, missione compiuta quindi, Ferrari davanti al gruppone.
Giri 18, 19, 20: Kvyat apre la finestra
La lotta Hulkenberg – Kvyat è stata fondamentale per il sorpasso di Hamilton sulle due Williams. L’ingresso di Kvyat ai box avrebbe infatti innescato la reazione Force India al giro successivo (comunque tardiva) creando spazio per il pit-stop di Hamilton e il muretto Mercedes lo ha probabilmente intuito: l’inglese avrebbe trovato il solo Perez al ritorno in pista e sarebbe stato più semplice superarlo per poter girare a pista libera, concretizzando l’undercut sulle due Williams.
Poteva il muretto Williams immaginare tutto ciò e fare lo stesso?
Sì, certamente. (cit.)
Poteva la Williams impostare diversamente la gara di Massa e Bottas?
Ipotizzando un pippone tattico di dimensioni astrologiche la Williams poteva lasciar passare Bottas, apparentemente il più veloce dei due, per scavare un gap sulle Mercedes usando Massa come tappo.
Ma qui ognuno la vede a modo suo: ci sono teams che “qualcuno è faster than you”, ci sono altri teams che lasciano gareggiare i propri piloti, ci sono quelli che decidono in base alla possibilità del titolo Mondiale. La Williams ieri non ha fatto nè l’una, nè l’altra cosa, nè l’altra ancora. Dal muretto hanno infatti prima vietato a Bottas di tentare il sorpasso su Massa, per poi consentirglielo quando (a detta di Valtteri) non era più così facile provarci (gomme che avevano perso la meglio gioventù?). Quindi boh, siete inglesi e siete per il pure racing. Però mettetevi d’accordo fin dal primo giro.
Giro 38: Raikkonen anticipa le intermedie
Un altro punto cruciale del GP di ieri è stata la seconda sosta di Raikkonen, entrato al giro 38 per mettere le gomme intermedie quando la pista era un misto di asfalto, acqua e sapone. I tempi del finlandese erano stati sui livelli di Vettel fino al giro prima (è facile controllare posando il mouse sui nodi del grafico) ma al giro 38 Raikkonen aveva evidentemente perso fiducia nella vettura, decidendo per il pit. La cosa ha fatto molto discutere, soprattutto sulle reponsabilità della scelta: in diretta Sky si era parlato di una scelta strategica per anticipare la concorrenza… Io sinceramente non ho mai visto in Raikkonen tanta intraprendenza tattica.
“Ci voleva un maggiore supporto da parte del box – dovevano tenere Raikkonen in pista” si dice anche. Ma anche qui, poco da fare. Quando piove il termometro è nelle mani (per non citare parti anatomiche di Laudiani pareri) del pilota. Il muretto fornisce tutte le informazioni che può, ma la decisione è (e deve essere) del pilota soprattutto su tracciati enormi come Silverstone dove può piovere su una parte del circuito e non sull’altra, cosa che in realtà è successa proprio ieri.
Raikkonen ha perso fiducia nella vettura, questo video mostra con quanta facilità Vettel gli rimonta strada in poche curve. Kimi doveva decidere da solo, lo ha fatto, per come la vedo io non aveva altra scelta e quindi non c’è bisogno di proteggerlo, nè soprattutto di accusarlo. E non parlo solo dei suoi tifosi o anti-tifosi.
The moment: il giro 43
Voglio farvi vedere una cosa:
In questa immagine si notano due cose:
1) l’ingresso ai box di Hamilton e Vettel al giro 43 è stata la chiave per la vittoria dell’uno e il podio dell’altro. Ma è lunedì e questo ormai lo abbiamo capito tutti.
2) la corsia del box è asciutta, mentre sulla parte di circuito che la circonda, la piogga inizia a cadere forte proprio un attimo prima che Vettel entri ai box. È stato in quel momento che Kvyat, autore di una notevole frazione di gara sul bagnato, ha avuto un testacoda che, a detta di Horner, gli ha fatto perdere 12 secondi privandolo di un potenziale podio. Ovviamente non c’è niente di più Horneristico. Kvyat ha girato in 1:53.832, Hulkenberg che lo seguiva e che non ovviamente avuto nessuno testacoda ha girato in 1:50.175, e in ogni caso la chiave per il podio sarebbe stata entrare al 43mo giro, non al 44mo. Kvyat ha ammesso l’errore del mancato pit come suo (“avrei dovuto decidere prima” ha detto ai microfoni di Sky) e quindi la possibilità del podio, ma soprattutto quella di un duello “intermedio” con Vettel, è svanita lì.
Capitolo 27: Nico Hulkenberg
Preferisco non esagerare perchè Nicolas rappresenta da anni l’unico mio lato forse “di parte” della cosa. Quindi me ne vado coi numeri elencando un paio di cosette viste questo weekend:
Nono posto in griglia.
4 posizioni guadagnate al via.
Ennesimi giri iniziali con 27 occhi sugli specchietti tra attacco, difesa e Rosberg che gli frena davanti con voglie di amplesso.
Serena modalità “Le Mans” fino a che non è iniziato a piovere.
Giri sull’asciutto. Però era bagnato (pilota più veloce in pista dal 34mo al 42mo giro).
ZERO errori di guida.
È mancata la ciliegina sulla torta, ma meglio così: se fosse entrato per le intermedie nel giro dei Campioni, al 43mo giro, sarei morto e non avrei potuto scrivere quest’analisi gara Silverstone.
Cara Ferrari,
se decidi di cambiare Raikkonen fallo solo per il meglio. E non è che ci sia tanto da cercare.
Ecco il vostro grafico
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