Formula 1 Malesia: i momenti chiave

Vettel vince in Malesia dopo un weekend condotto alla perfezione con la sua SF15-T, i meccanici ed il muretto box: i momenti chiave della vittoria.

Per capire in profondità i momenti chiave della vittoria facciamo un salto alle qualifiche e vediamo quanto siano stati importanti gli eventi di sabato.

Qualifiche: le gomme

La Ferrari prova a passare il Q1 con le gomme HARD. Non è una notizia… Il gap tra le due mescole è stimato da Pirelli intorno al secondo, passare Q1 con le HARD ed una vettura performante sarà possibile, probabile.

La vera notizia arriva dal box Mercedes: Hamilton e Rosberg stanno montando le gomme MEDIE in Q1, ma sappiamo tutti che la loro vettura è veloce abbastanza da passare il Q1 con le HARD. Nella mia testa bacata si accende la prima lampadina: le HARD, alla Mercedes, servono NUOVE.

Qualifiche: il meteo

Presto detto: dopo la pioggia durante Q2 la pista non si asciugherà come da malesia-style, anzi resterà bagnata e Q3 sarà affrontato con gomme intermedie: tutti risparmieranno quindi un treno di MEDIE da poter sfruttare in gara. Volendo.

I momenti chiave della domenica iniziano quindi sabato, e andiamo in gara con la previsione da parte del buon Paul Hembery di 2-forse-3 soste. Quando è così, in reallytà è sicuro che ci sarà da divertirsi.

E tant’è.

Domenica mattina

L’idea che mi ero fatto domenica mattina dopo aver smaltito la solita #SbronzaMondiale del sabato sera era quella di una tattica super veloce su tre soste da parte “nostra”. Medie Usate, poi le Medie NUOVE gentilmente offerte dalla Q3 bagnata, e poi le due HARD nuove rimaste.

Non è stato così.

Safety Car

La Safety Car occorsa al quarto giro dopo il fuori-pista-dentro-ghiaia di Ericsson (viva le via di fuga in ghiaia) ha mandato nel panico molti muretti, mentre ha innalzato i cuori degli uomini Ferrari, allungando la vita al set di MEDIE del primo stint ed aprendo la possibilità (la certezza?) di una tattica a due soste. Quando ho visto le due Mercedes entrare e mettere le gomme dure ho sorriso al mio notebook, e lui mi ha ricambiato con un’accelerata alla ventola.

Il resto della storia si chiama Sebastian: i tre giri “bonus” di Safety Car portano la (mia) proiezione sosta al 15° giro, mentre il wunderkind guida la sua beneamata Eva come un maledetto orologio che ad ogni giro segna le 1:46.basse: preciso, veloce, implacabile, Sebastian entra ai box al 17° giro e monta le MEDIE nuove, come da previsione.

Su queste gomme farà un secondo stint dalla santissima durata di 20 giri 20. Dal muretto guardano e studiano: Hamilton sta montando MEDIE e dovrà rientrare per passare alle HARD (le medie NUOVE son finite); Rosberg gira con le HARD, sta recuperando su Vettel, ma DOVREBBE rientrare un’ultima volta. Le menti rosse calcolano la finestra per il pit stop sussurrando a Sebastian i tempi da tenere. Sebastian gira alto, io impaurisco, i suoi tempi sul giro passano inesorabilmente dal 1:44.8 al 1:45.2, al 1:45.6. Ma continuano a farlo un briciolo alla volta, gradualmente, soavemente, tuttoprevistamente e, quando è il momento, con un vantaggio di quasi 2 secondi superiore a quello che basta per farlo uscire di nuovo in testa alla corsa, il muretto chiama il suo ragazzo e gli monta le gomme dure.

Un colpo alla frizione e uno al cuore

Un piccolo colpo di scena entra tra i momenti chiave del Gran Premio della Malesia: la sfrizionata che Vettel ci regala al momento di lasciare la piazzola è un colpo al cuore. Il motore borbotta, le gomme stridono lasciando la firma sul cemento. Io sudo freddo, Maurizio Arrivabene si passa il polsino rosso sulla fronte, la telecamera in fondo al rettilineo inquadra in campo largo Vettel che prende la pista e Rosberg che arriva da lontano veloce come una catapulta. Le due auto si guardano, si sfidano, per poco non si sfiorano. Poi, si salutano.

Ciao Mercedes, ciao. Ultimo stint. Bei giri. Vittoria. Team Radio. Amore. Lacrime.

Il vostro grafico:

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