Formula 2, dove siamo arrivati?
“Ti andrebbe di scrivere due righe sulla prima parte di stagione della Formula 2?”. A Giroveloce non si può dire di no, e quindi eccomi daccapo su queste pagine per tracciare un bilancio di 5 mesi di gare di chiara impronta italo-monegasca.
Se, infatti, Prema si è confermata la fantastica realtà già vista lo scorso anno, Charles Leclerc è stata l’autentica rivelazione del 2017.
Evito di ripetere i numeri stagionali di Leclerc che ormai conoscete tutti a memoria. Dico solo che Charles mi ha lasciato senza parole sin dal primo round in Barhain.
La pole conquistata all’esordio nella serie con una maturità impressionante e, soprattutto, la incredibile vittoria nella Sprint Race condita dalla clamorosa rimonta dopo la sosta, hanno fatto capire subito che il talento di Monaco era qualcosa di più pregiato.
Leclerc mi ha stupito non solo per la forza dimostrata in pista, ma soprattutto per la sua crescita rispetto alla passata stagione. Charles lo scorso anno ha commesso qualche errore che ha consentito ad Albon di tenere aperta la lotta per il titolo GP3 fino all’ultimo appuntamento, mentre nel 2017 il monegasco ha sbagliato una sola volta, in Gara 2 al Red Bull Ring.
Non sono solo i 50 punti di vantaggio su Rowland ad impressionare della stagione di Leclerc, ma il totale. Charles, ad oggi, si trova in testa alla classifica piloti a quota 208. Gasly, nel 2016, ha vinto il titolo con 219 punti, ed aveva alle spalle poco più di due anni in GP2. Vorrà pur dire qualcosa…
Titolo ormai certo per Leclerc? Mancano ancora 4 round e bisogna tenere d’occhio Rowland e Markelov. Il primo è un attaccante nato, il secondo un eccezionale passista.
Oliver ha trovato in DAMS la giusta dimensione ed è stato abile ad approfittare a Monaco ed a Budapest delle sfortune di Leclerc. Se vi capiterà di incontrarlo dal vivo rimarrete colpiti dal suo occhio della tigre. E’ focalizzato su un solo obiettivo, vincere, ma deve cercare di tenere a freno la foga.
In Gara 2 a Silverstone è stato penalizzato per una manovra estrema ai danni di Markelov, mentre in Gara 1 all’Hungaroring ha occupato il gradino più alto del podio sotto investigazione per la chiusura oltremodo decisa ai danni del russo. I tre zeri in classifica potrebbero rivelarsi determinanti a fine stagione.
Markelov, a mio avviso, sta sorprendendo per la capacità di massimizzare sempre il potenziale della propria vettura. Sono solo due le battute a vuoto per il russo in questa stagione, e senza il botto di Budapest si sarebbe trovato con molta probabilità alle spalle di Leclerc in classifica.
Cosa non mi convince di Markelov? E’ al quarto anno in GP2-F2 sempre con lo stesso team, ed in questa categoria o esplodi nelle prime due stagioni o rischi di rovinarti la reputazione…
A mio avviso saranno questi tre piloti a lottare per la conquista del campionato.
Capitolo Italia. Luca Ghiotto si trova in quinta posizione in classifica con 95 punti. Ci si aspettava di più? Onestamente lo avrei voluto vedere maggiormente incisivo in qualifica, mentre in gara è ormai una garanzia. Ghiotto credo sia uno dei migliori piloti della F2 nella gestione gomme e negli ultimi appuntamenti ha spiegato a tutti cosa significhi rimontare dalle retrovie.
Un esempio. In Gara 1 a Budapest gli sguardi di tutti erano concentrati giustamente su Leclerc, ma Luca, su un tracciato che proprio agevole per i sorpassi non è, dalla dodicesima posizione in griglia ha rimontato sino alla sesta. Volete un altro esempio? Riguardatevi Gara 2 al Red Bull Ring. Là, Luca, ha dato un lectio magistralis sui sorpassi.
Il test con Williams avrà uno sbocco? Io me lo auguro. Il team inglese ha fatto sgobbare Ghiotto facendogli percorrere 160 giri (all’esordio su una F.1, con un buon carico di benzina ed un retrotreno nuovo da testare, così, giusto per ricordarlo) e solo a causa della bandiera rossa nel finale non è riuscito a concludere il giro da qualifica che sicuramente avrebbe portato maggiore risalto al suo lavoro oltre a regalargli qualche titolo sui giornali. La domanda è: in Williams avrebbero affidato questo lavoro ad un pilota ritenuto non all’altezza? La risposta: ovviamente no. Le conclusioni traetele da soli.
Antonio Fuoco, invece, meriterebbe un viaggio a Lourdes. I problemi che hanno bersagliato l’altro rookie della Prema, ultimo in ordine di apparizione la gomma montata male nella Sprint Race di Budapest, hanno tarpato le ali ad Antonio.
Se poi considerate chi è il suo compagno di team bisogna dare merito a Fuoco di non aver mai mollato e di aver mostrato un grandissimo carattere. Credo, qualora la sfiga decida di abbandonarlo, che la parte finale di stagione possa vederlo protagonista, ma faccio corna, tocco ferro e non dico altro.
Concludo questa lunga discussione parlando dell’ultimo pilota che mi ha davvero sorpreso, Nyck de Vries.
Quando ho appreso dell’approdo dell’olandese in F2 con Rapax ero molto scettico. Dopo la deludente stagione in GP3, nonostante la provenienza dalla World Series ed il trovarsi alla guida di una vettura del team ART, pensavo che Nyck avrebbe sfigurato in una categoria ostica per un rookie, ed invece de Vries si è rivelato un vero e proprio animale da qualifica.
Sempre in top ten, Nyck è stato in grado di cogliere la prima vittoria in F2 nella Spint Race di Monaco guidando senza mai commettere una sbavatura e regalando al team Rapax una grande doppietta. De Vries, al momento, ha conquistato un totale di 4 podi in stagione. Se dovesse migliorare nella gestione gomme sono certo che potrebbe aumentare questo bottino e ripetere il successo di Montecarlo.
Questa, in grandi linee, la sintesi di una stagione che ha fatto scoprire al mondo il talento di Mr. Leclerc, e spero fatto convertire gli scettici del valore di Charles, e che a Monza vedrà cadere i veli sulla nuova vettura dotata di motore Turbo V6 (addio V8 aspirato, ancora mi sanguinano le orecchie).
Cosa abbiamo imparato da questi cinque mesi di Formula 2? Che di campioncini in erba, fortunatamente, ce ne sono molti in giro, e non solo in questa categoria, ma anche in GP3, Formula 3 ed Eurocup Renault 2.0 (vedi Aitken, Russell, Pulcini, Lorandi, l’ormai mainstream Norris, Eriksson, Fewtrell e Ticktum), ma dei ragazzini terribili del futuro ne parleremo un’altra volta.