Giroveloce Awards 2017
Finito il piacevole riempitivo del mondiale di Formula 1 2017 che ha visto assegnare la medaglia di legno il titolo piloti a Lewis Hamilton tornano i “Giroveloce Awards”, ossia i premi che nessuno vorrebbe ricevere, ma di cui tutti sentono la necessità.
Tutti quelli che non li ricevono, ovvio.
Avvertenze varie ed eventuali per i vari #Capiscers: questo post contiene tracce di sarcasmo, congruenza con la realtà in piccole parti e riferimenti più o meno velati a fatti realmente accaduti, più o meno. Se tutto questo vi mette a disagio, ma volete continuare a leggere nonostante abbiate già capito dove andremo a parare per poi lamentarvi in seguito, capiamo il vostro problema e vi rimandiamo alla fine del post per i commenti o al nostro account Twitter per i reclami, saremo quasi lieti di ascoltarvi.
MA VENIAMO FINALMENTE AI TANTO AMBITI PREMI
Team rivelazione dell’anno
Alla Mercedes,
che è riuscita a vincere il mondiale costruttori con 3 gare d’anticipo nonostante facesse sempre fatica a superare le prequalifiche del venerdì. Hamilton e Bottas hanno sempre dovuto fare i conti con una macchina lenta in rettilineo, con un pessimo inserimento in curva e soprattutto terribilmente inaffidabile. Solo l’inadeguatezza di Vettel nel guidare una Ferrari nettamente superiore ha consentito a questo team insospettabile di vincere il suo quarto titolo costruttori consecutivo.
Auto dell’anno
Alla Ferrari SF70H-B.
La chiacchieratissima versione B della Ferrari era stata annunciata un po’ da tutti, ad un certo punto si faceva anche a gara a chi l’avesse pronosticata per primo, finché non è arrivato il Papa a mettere tutti d’accordo, dicendo in un Angelus che il primo a dirlo era stato il profeta Isaia già nell’Antico Testamento. E questo lo sapevamo già, Mentana ci ha pure fatto una maratona quindi è successo davvero. Quello che pochi sanno però è che la versione B della Ferrari è arrivata davvero nella prima gara europea a Barcellona, ed è stata velocissima fin dai primissimi giri. Era talmente veloce che correva già nel mondiale del prossimo anno, o forse anche di quello dopo ancora, per questo non l’abbiamo vista quest’anno.
Premio speciale “Orrori da pittare”
Alla Renault,
che già a metà stagione aveva sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare nelle strategie, passando il resto dell’anno a scrivere pagine su pagine di orrori tattici totalmente inediti per la Formula 1, sempre conditi da una lentezza cronica nell’eseguire un cambio gomme, o a non farli nemmeno, citofonare a Carlos Sainz Jr per conferma.
Premio “Malcolm X”
Il premio “Malcolm X” ovviamente a Lewis Hamilton per il coerente supporto mostrato fino alla fine alla protesta “Take a knee” inginocchiandosi come altri sportivi afro-americani durante l’inno nazionale degli Stati Uniti in occasione del GP.
Ah non l’ha fatto?
Ma aveva detto che li supportava, quindi vale lo stesso no? No? Beh è il pensiero che conta, come per l’IVA del Jet, lui ha pensato di pagarla quindi è come se l’avesse pagata no?
Premio “L’uomo che usciva laggente”
A Daniil Kvyat.
Talmente bravo a fare il suo mestiere che ha fatto uscire anche se stesso, stakanovistah!
Miglior attore non protagonista
A Jolyon Palmer.
Jolyon è stato una sagoma finché c’è stato, in pista come in classifica invisibile, ma visibilissimo nelle sue dichiarazioni: Palmer infatti dall’alto della sua modestia si è sempre considerato la reincarnazione di Senna-Clark-Fangio. Già dai kart lo chiamavano “Palmer uno et trino”, lui però non ha mai capito che la triade che reincarnava era costituita da Yoong-Rosset-Alliot. Con queste premesse quindi Jolyon è riuscito a dichiarare “Ho preso 8 decimi da Hulkenberg solo perché lui ha i pezzi nuovi e io no”, “Non sono mai andato a punti perché la mia macchina si rompe più spesso di quella di Hulkenberg”, “Quest’anno sono arrivato tante volte 11esimo, se non ho ancora fatto punti è solo sfortuna”, “Qui posso puntare all’ottavo posto (a Baku, con una Renault, ndr)”. Nessuna di queste dichiarazioni è stata romanzata, sono tutte vere in ogni sillaba, Jolyon Palmer cazzaro uno et trino.
Miglior account fake originale
Al profilo Twitter di Jos Verstappen,
che dopo il GP degli Stati Uniti ha sostituito in tutti i libri di fisica il gatto di Schrödinger, ora è il profilo di Jos Verstappen ad essere contemporaneamente vero e falso finché non lo apri per scoprirlo, per poi non capirlo comunque.
Shame on you FIA
— Jos Verstappen (@MaVic009) October 22, 2017
Premio “Mediatore culturale”
A Kevin Magnussen,
per aver evitato lo scoppio della terza guerra nella press conference in Austria tra Vettel e Hamilton dopo quanto successo Baku. Kevin è stato un deterrente talmente efficace che Donald Trump ha provato a sondare la sua disponibilità nel presenziare un incontro con Kim Jong-un. Kevin dall’alto della sua diplomazia ha risposto “Suck my balls, Donny”. Che signore.
Premio speciale “Silvio Baldini”
A Sebastian Vettel,
per quel capolavoro di lucidità messo in atto in quel di Baku. Forse quel suo fallo di reazione non è stato punito abbastanza all’epoca, ma ricevere un Giroveloce Awards è la punizione massima. Perché un ergastolo è per tutta la vita, ma un Giroveloce Awards è per sempre.
Premio “Miglior colonna sonora”
Ai team radio di Fernando Alonso,
migliori hit di questo 2017:
“I never raced with less power in my life.”
“Do whatever you want.”
“Not much to improve, I pushed like an animal.”
“The engine feels good, much slower than before, amazing.”
“Where is Palmer?”
“No more radio for the rest of the race.”
“They cannot play bowling.”
E la mia preferita: “Hulkenberg is right.”
Premio “Medioman”
A Valtteri Bottas.
Talmente Medioman che non ha fatto nulla di particolare per meritarsi questo premio, se non il fatto stesso di non fare nulla di particolare appunto.
Premio “Capo del Mondo”
A Daniel Ricciardo,
per tutta la memorabilità che mette in ogni azione della sua vita, dai sorpassi ai commenti social passando per le interviste. Quando tra una trentina d’anni ci chiederanno se Ricciardo fosse davvero così fenomenale come lo descrivono i libri di scuola noi ci troveremo costretti a dire “No, non era così fenomenale come viene descritto, lo era molto di più.”
Premio “Nico Hulkenberg”
A Nico Hulkenberg,
per essere finalmente riuscito a diventare il pilota con il maggior numero di gran premi senza podi. Ora però nessuno si sogni di dirgli che Pierluigi Martini ha corso 10 stagioni senza andare a podio, perché Nico è solo a quota 7 e potrebbe mettersi in testa di battere anche quel record.
N.B. I premi sono stati valutati, decisi e consegnati da una giuria composta da familiari di Mika Salo. Ci si rivede nel 2018!
Una risposta
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