A Monaco i piloti vincono sempre
Chi segue la Formula 1 si divide in due categorie: chi adora il GP di Monaco e chi dice di non amarlo solo per fare l’alternativo. Non c’è nessuno a cui il GP di Monaco non piaccia per davvero, io non voglio crederci. Voglio ancora credere che ci sia speranza per l’umanità.
Non amare il GP di Monaco significa non amare la Formula 1, e non è un’esagerazione. Il GP di Monaco rappresenta tutto quello che la Formula 1 è sempre stata e che spero sempre sarà: i piloti migliori che conducono le macchine migliori al limite.
Certo quando si pensa alle monoposto spinte al limite si pensa ai curvoni affrontati a più di 200km/h, però un limite così è difficile da visualizzare, a Montecarlo invece il limite è ben visibile, definito da un guard rail. Se superi il limite a Monaco finisci la sessione quando va bene, mentre ci sono piste dove quando superi il limite abortisci semplicemente il giro, quando va male.
Si dice sempre che l’abilità dei piloti non faccia più la differenza in Formula 1, ma a Monaco il pilota fa la differenza eccome. Se poi questa differenza non è sufficiente a superare il gap che c’è tra le diverse vetture è solo perché anche gli altri piloti stanno facendo la differenza allo stesso modo, d’altronde sono i migliori piloti al mondo, se non lo facessero non lo sarebbero. Se anche a Monaco la macchina rimane comunque un fattore determinante per la prestazione di un pilota è proprio perché tutti i piloti stanno dando il massimo, estraendo ogni centesimo che la vettura gli consente di guadagnare. Stanno facendo la differenza appunto, tra un pilota di Formula 1 e ogni altra persona, che è la stessa che c’è tra un computer e un Tamagotchi.
Montecarlo è la rivincita dei piloti, dal primo all’ultimo. Criticati quando sbagliano, esaltati solo quando vincono (quelli bravi davvero vengono criticati pure quando vincono), la loro guida sopraffina viene invece sempre data per scontata e mai sottolineata. I piloti sono ancora i veri protagonisti in Formula 1, forse sono meno carismatici di una volta, forse hanno meno voce in capitolo, ma se non siamo noi appassionati i primi ad ammirarli allora sì la Formula 1 diventa solo una questione di macchine.
Se il Gran Premio di Monaco a volte viene percepito come atipico forse è proprio perché non siamo più abituati a goderci la perfezione della guida in quanto tale, senza che debba per forza scaturire sempre nel sorpasso del secolo.
Saliscendi, muretti, curve cieche, pista strettissima, vie di fuga inesistenti, mai un rettilineo per rilassarsi, 19 curve in 3.3km e altri muretti, tutto a più di 160km/h di media. Davvero sentite il bisogno di condire tutto questo con dei sorpassi? Prendete una curva qualsiasi del circuito di Montecarlo e cercatevi prima dei video fatti dalle tribune e poi guardate come viene affrontata quella curva da un onboard. Dall’onboard sembra sempre più facile, e ti dici che è normale sia così, è il loro lavoro e vengono pagati bene per farlo. Poi però torni a rivedere il video dall’esterno e ricontrolli che non sia velocizzato, poi mentre controlli una seconda volta realizzi anche che i video fatti da lontano rendono malissimo la velocità di qualcosa. E’ in quel momento che dovresti renderti conto che se chi guida lo fa sembrare normale è perché è lui a non essere normale.
Un pilota che fa il giro della pole position a Montecarlo è l’ottava meraviglia del mondo, o una grandissima dimostrazione di cazzoduraggine, dipende da quanto volete essere poetici.
Ma se ancora non riuscite ad apprezzare tutto questo, se ancora non vi basta, se lo date sempre per scontato, se volete il sorpasso a tutti i costi, se siete pronti a dire “che pippa” al primo pilota che battezza i muretti, quella volta avete sbagliato sport. E se ci siete rimasti male fatevi pure rimborsare, il viaggio di sola andata ve lo pago io.
Ce la facciamo quindi questo weekend a non dire che Hamilton è solo un pompato, che Vettel è sopravvalutato, che Alonso è frustrato, che Verstappen è un bimbominkia e che Kubica non è Dio sceso in terra? I piloti di Formula 1 sono tutti fenomeni, alcuni sono solo un po’ più fenomeni degli altri. Questo è il loro weekend, amiamoli tutti. Sì anche un “Ericsson qualunque”, o Sirotkin e Stroll. Perché se noi per tutti gli altri 20 weekend dell’anno possiamo tornare a spararle grosse è solo grazie a loro che invece si fanno il culo sempre.
Grazie piloti, grazie Gran Premio di Monaco, voi non cambierete mai.