Anarchy In The U.K.

Si è detto e letto già tanto dell’episodio più controverso del Gran Premio del Regno Unito. La Ferrari ha lasciato in pista Leclerc basandosi su una valutazione errata di prestazioni tra la gomma Soft e la Hard, valutazione fatta il venerdì e riportata pari pari fino alla domenica con la solita mancanza di flessibilità e lettura della gara. È così, ma non lo ammetteranno mai.

Si è parlato del mancato scambio di posizioni tra Leclerc e Sainz, non effettuato quando era più che possibile con Hamilton distante, ed ormai sfumato quando l’inglese si è avvicinato alle due rosse. Regole d’ingaggio poco chiare, gerarchie non definite o, ancora una volta, mancanza di decisionismo o senso tattico.

Si è già detto anche della facilità con la quale il Team Principal della Scuderia sia solito riempire di bugie i microfoni delle interviste post-gara, quando è il momento di pettinare la reputazione sua e e della squadra spargendo ridicole lodi per “quarti posti strameritati”, mentendo sull’impossibilità di un pit doppio, distribuendo colpe alle “condizioni esterne” o ai piloti di altri Team. Come se domenica avessimo assistito all’esordio storico di una Safety Car o di una vettura ferma in pista.

Ci stiamo un po’ abituando a commentare l’inefficienza tattica della Ferrari ma, a leggere i social, noto un po’ di stanchezza nel vedere le doti funamboliche di un Fenomeno assoluto come Charles Leclerc annullate da un gruppo di persone che dovrebbe invece esaltarle. Proprio questo Silverstone è stato l’emblema di quanto inutilmente forte possa essere Leclerc e di come una squadra riesca a smussare le sue indiscutibilmente enormi e quadrate palle.

Restano gli irriducibili, quelli che credono che la Ferrari domenica volesse vincere giocando a due punte (E CHI SIAMO, LA RED BULL RACING??), o che addirittura stesse tessendo una complessa trama complottistica atta a sabotare Leclerc per favorire Sainz (E CHE SIAMO, MEGLIO DELLA RED BULL RACING??)… Ma la sensazione tra persone normali è che anche chi fino ad oggi non ha voluto vedere o ha voluto perdonare più volte questa incompetenza, si sia finalmente svegliato.

Questo mi fa pensare a qualcosa che può essere addirittura più controproducente della presenza di Binotto in un posto che non può continuare ad essere il suo: anche i piloti, entrambi i piloti, seppur rispettosi fino ad ora del proprio ruolo, secondo me si sono rotti abbondantemente il cazzo di ascoltare il muretto.

Prima di Silverstone il GP di Montecarlo è stato forse l’antipasto più indigesto per il benessere interno:

un muretto reo di aver sottovalutato i delta prestazionali tra le varie mescole (stessa cosa accaduta quindi domenica), ignorò le preziose indicazioni di un suo pilota; Carlos Sainz, uno dei migliori in questo genere di letture, fu il primo ad intuire che la mossa giusta sarebbe stata il passaggio diretto dalla mescola Wet alla Slick. Dandogli credito da subito la Ferrari avrebbe molto probabilmente chiuso il GP con la doppietta Leclerc-Sainz evitando di correre dietro alle mosse ubriacanti della Red Bull, finendo per sbagliare pure le addizioni a due cifre.

Domenica a Silverstone il primo piatto è stato la mancata inversione di posizioni tra i due Carli: una manfrina snervante per chi ascoltava i team radio in TV, con Leclerc a richiedere lo swap, il team a comunicare a Sainz, Sainz a contrattare, il team a suggerirgli un target time, Sainz a chiedere un attimo per raggiungerlo, tutto condito da immobilismo totale con la conseguente perdita di tempo che ha portato al recupero di Hamilton e all’impossibilità di realizzare lo scambio.

E non raccontiamoci storie: nel finale di gara Charles voleva le gomme soft, o quantomeno aspettava un invito ad entrare ai box per montarle, visto che ha temporeggiato il possibile in attesa del pit-call. Aveva probabilmente capito come sarebbe andata tenendosi le Hard.

Anche Sainz lo aveva capito, tant’è che avute le Soft e l’indicazione di creare spazio per aiutare Leclerc ha realizzato immediatamente l’assurdità delle richieste del muretto rispondendo l’ormai famoso “Stop inventing”: “Questi dietro mi doppiano se alzo il piede, smettetela di ipotizzare scenari irrealizzabili”. Davanti a sè aveva il sogno di una vita e quelli gli dicevano di andar piano con le gomme veloci: che forza avrebbe dovuto avere per non prenderli in giro?

È successo così che, ridendo e sterminando, siamo arrivati alla prima vera disobbedienza di un pilota nei confronti di questo muretto.

I piloti conoscono le mosse giuste, meglio del loro stratega. Come le conosciamo noi che le commentiamo in tempo reale su Twitter, senza barare, spesso (troppo spesso) avendo la meglio sugli eventi. Tutti le conoscono ormai, pure quelli nel parcheggio del bar alle due di domenica notte mentre cercano inutilmente le chiavi della macchina che hanno già in mano.

Un muretto che manca di autorevolezza e un pilota che si fa da solo le strategie, vi ricordano per caso qualcosa? A cosa può portare questa inefficienza, oltre che a ripetute figuracce da giustificare con menzogne e teorie varie?

Anarchia. Se nessuno fa qualcosa, prima o poi qualcuno farà una qualsiasi cosa.

“Cause I wanna be anarchy, It’s the only way to be”

Carlos lo ha già fatto. Charles è un bravo ragazzo e ama la Ferrari (e questo, cosa vi ricorda?), ma è un cavallo di razza e a differenza di tanti piloti è nato per vincere un mondiale di Formula 1, almeno. Oggi è indiscutibilmente il più veloce sulla griglia di partenza. E andrà tutto bene in squadra, ma solo finchè lo vorrà lui.


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