Gomma bianca, gara nera.
Vi dirò perchè la gomma Hard montata a Charles domenica è non solo causa del disastro del GP di Ungheria appena concluso, ma anche la conseguenza di problemi più grandi che la Scuderia -insieme ai suoi tifosi- sta subendo. Nel farlo tirerò fuori alcuni tweet scritti durante il GP, proprio mentre le cose stavano succedendo.
Allora,
non è corretto dire, come ho letto da più parti, che la gomma bianca non funzionasse. Funzionava; ha funzionato, ma solo per vetture di seconda fascia che avevano impostato la strategia a singola sosta: le Alpine erano 5a e 6a in griglia con Hamilton, Perez e Verstappen alle loro spalle ed hanno concluso 8a e 9a: il minimo sindacale, ok, ma mettere due Alpine a punti resta un lusso. Entrambe le vetture francesi hanno sofferto di un’accensione da tempi biblici della mescola bianca, (stesso problema verificatosi sulla Ferrari di Leclerc), ma sul lungo termine (oltre 40 giri) l’hanno sfruttata. Lo stesso Bottas sulla dura ha mostrato un ottimo passo nel secondo stint, persino migliore di quello di Ocon, com’è facile notare grazie a questo grafico dinamico generato con forix.com.
È pretestuoso pensare che la Ferrari avesse impostato la sua strategia base con Charles sulle due soste con M-M-H, perchè i dati Pirelli lo sconsigliavano chiaramente dal venerdì, perchè Binotto dice tutto-ed-il-suo-contrario poco dopo e perchè con Sainz la Ferrari, poco distratta da altre cose come con Leclerc, ha potuto seguire il piano migliore con M-M-S. Se non la strategia base, la M-M-H era un’opzione, ovviamente.
Quindi da cosa viene la scellerata scelta?
Partiamo da sabato quando, con run di qualifica su soft usate, si era pensato che la Ferrari volesse tenersi un set di soft nuove per la gara.
Con l’uscita poi delle infografiche pirelli abbiamo capito che non era così, purtroppo.
Si è parlato molto della bravura di Hannah Schmitz, race strategist della Red Bull. Si è parlato pochissimo della masterclass Mercedes invece che, al netto della vettura, ha raccolto quanto e forse più della stessa Red Bull, decidendo tra l’altro i destini della gara.
La pole miracolosa di George Russell è stata una spina nel fianco rosso. Domenica è stato un duro colpo scoprire la scelta Mercedes per George, messo sulle soft usate per il primo stint.
Mettendo ad esempio Sainz sulla mescola soft la Ferrari avrebbe potuto attaccare Russell, magari superarlo e scappare, sparigliando le carte. Non è successo, e la soft ha consentito a Re Giorgio di tenere la testa del GP nei primi giri, fattore fatale per il destino Ferrari.
Dopo un primo spunto infatti Russell mi era sembrato subito piuttosto lento (giri 7 e 8)
Il degrado della gomma morbida col passare dei giri ha portato ad un’azione da “tappo” nei confronti delle Ferrari e al conseguente ridimensionamento dei distacchi ideali di Hamilton e Verstappen dal leader e quindi dalle Ferrari.
Era solo il giro 12, ma era già l’ora di darsi una mossa:
Qui il secondo, grosso, neo della Ferrari.
L’immobilismo, il non decidere, nel quale la Scuderia ha scelto di stagnare per voler a tutti costi due piloti sullo stesso piano e nessuna gerarchia costringeva il più veloce dei due, Leclerc, a soffrire dietro ad un Sainz in netta difficoltà.
Un driver swap nei primi giri tramite ordine di squadra sarebbe stato ottimale perchè 1) non avrebbe rappresentato una perdita di tempo essendo in quel momento Russell molto lento e 2) avrebbe consentito a Leclerc di attaccare già durante il primo stint il pilota inglese.
(“Perdio” è il trentesimo cognome di Sainz)
Fare gap infatti, scappare, era in quel momento già fondamentale.
La Ferrari invece ha optato per l’avvicendamento dei suoi piloti tramite sosta ai box, rispondendo a Russell con Sainz (e poi a Sainz con Leclerc), anticipando cioè la prima sosta, compromettendo così la gara di entrambi e rimandando il sorpasso su Russell al secondo stint in pista.
La storia però all’inizio del secondo stint non cambiava: Russell era lentissimo. Lo era forse di proposito?
Apro una parentesi: durante il giro 26 Sky UK ha chiesto a Binotto se fosse preoccupato dal passo gara di Verstappen. La risposta, con Russell ancora da superare, doveva essere un perentorio “Sì, s’è fatta na certa”, ma Bingotto® che dice sempre il contrario di quello che è ha risposto di non essere preoccupato perchè “il passo di Verstappen è buono quanto il nostro”. Il ché tutto sommato era vero, visto che Verstappen ha vinto la gara. Non si capisce però se sta F1-75 avesse un buon passo, come detto appunto al giro 26 dal Team Principal, o il passo dell’oca, come lo stesso Adolfo ha detto a fine gara.
Gli eventi hanno avuto una svolta solo quando quel fenomeno di pilota che passa sotto il nome di Charles Marc Hervé Perceval Leclerc ha preso ad attaccare Russell. Bisognava superarlo, scappare da Hamilton e soprattutto Verstappen, che aveva già smarcato la gomma soft con uno stint che lo aveva allineato a Leclerc.
La lotta è stata, “purtroppo”, una goduria.
Le storie erano già tese, perchè il gap di 5 secondi circa tra Charles e Max era risicato.
Charles però era a posto con la vettura, era leader in clean air e ha iniziato a martellare giri veloci e costanti, allargando il gap da Verstappen a 7.2 secondi. La gara si stava sistemando come lui e noi volevamo…
…Ed è stato esattamente in quel momento che la Red Bull ha “fatto qualcosa” chiamando Max ai box e quindi, come la storia vuole e l’esperienza non vorrebbe, anche Leclerc.
Vedendo Max pittare la Ferrari aveva infatti due opzioni:
1) ascoltare il pilota, che aveva espresso il desiderio di restare in pista con la gomma media e continuare per almeno 7-8 giri su quel ritmo, perdendo sì la prima posizione dopo la sosta, ma tornando in pista con la gomma morbida e la possibilità di attaccare la vittoria,
oppure
2) fermarsi immediatamente ai box per montare la famigerata hard e tenere la prima posizione dopo il pit stop, sperando che la hard “funzionasse” negli ultimi 20 dei 30 giri rimanenti (parole loro). Solo gli strateghi rossi sanno cosa avrebbe dovuto fare però Charles nei primi 10 giri su questa gomma dura se non remare (come successo alle Alpine), perdere comunque la prima posizione ed alla fine annegare.
Il muretto è andato nel panico ed ha scelto l’alternativa sbagliata. Charles è uscito dai box in prima posizione e l’ha persa dopo 20 secondi: la gomma bianca non è andata in temperatura, ha costretto Leclerc a guidare sulle uova, gli ha fatto perdere tempo ed ha compromesso irrimediabilmente la sua gara e le nostre speranze.
Morale della favola:
1) la pianificazione “conservativa” con entrambi i piloti su media ha ancora una volta evidenziato un eccesso di cautela; o mancanza di coraggio, fate voi.
2) il mancato driver swap in pista via ordine di squadra è da anni un problema Ferrari, problema che quest’anno la vettura da mondiale ha evidenziato ancora di più. Se lotti per il Titolo devi stabilire al più presto le gerarchie tra i tuoi piloti: non lo dico io, lo dice la storia della F1.
3) La strategia Ferrari preferita è quasi sempre rispondere, cioè abboccare, alle strategie che gli altri team elaborano o rielaborano in gara, cosa successa domenica nei confronti di Russell e poi di Verstappen. Gli altri team lo sanno e credo ormai che il sabato sera facciano tra loro le scommessine su chi riuscirà a prenderci per il culo nel modo più clamoroso.
4) Le parole serene di Binotto al giro 26 riguardanti il passo di Ferrari vs Verstappen ci fanno capire che al muretto si è tranquilli quando bisognerebbe allarmarsi, per poi allarmarsi quando si dovrebbe mantenere la calma. Da un certo punto di vista sarebbe ora di ricostruire la sanità mentale di questi ragazzi che rischiano di finire nel loop del perdente, se non ci sono già dentro pure con le orecchie.
5) Ancora una volta si è ignorato il pensiero e le indicazioni del pilota. Charles si sentiva a suo agio con la vettura, avrebbe preferito restare in pista a martellare con la gomma media e invece è stato chiamato ai box. Anche qui, abbiamo una recidività importante, anche solo guardando le cose accadute quest’anno.
6) La gomma bianca, allora, è solo la fine della storia: prima c’è tutto il resto, prima c’è la base. E la base non è buona, hai voglia a dire il contrario. Un concetto sbagliato non diventa vero se continui a ripeterlo. O come diciamo dalle mie parti: “hai voglia ‘e mettere rum, o strunzo non diventa mai babbà”.
Trovatemi un punto tra questi la cui risoluzione non sia responsabilità del Team Principal, io intanto vado a farmi due birre forse anche ventidue.