Formula 1: grafico e analisi gara Spa
Due parole sul casino che hanno lasciato in piedi
Cercherò di essere breve (senza riuscirci).
La Ferrari aveva deciso e comunicato alla Pirelli che avrebbe adottato per la gara di Vettel una strategia a singola sosta. A quanto pare questa comunicazione è avvenuta alle 11 di domenica mattina e a quanto ci è dato sapere (parole di Maurizio Arrivabene) Pirelli non aveva mosso obiezioni alla decisione.
Nel corso del 28mo giro di gara il responsabile Pirelli, Paul Hembery, intervistato dall’inviata di Sky Mara Sangiorgio aveva ribadito che dal punto di vista dell’usura la strategia non avrebbe comportato problemi, mentre da quello del degrado Vettel si sarebbe potuto trovare in difficoltà. Per degrado si intende il calo prestazionale della gomma, mentre con il termine di usura si è soliti indicare i livelli (si parla di yellow zone, red zone…) della condizione fisica della gomma.
Nel post gara l’approccio Pirelli si è nettamente ribaltato, scatenando il casino mediatico di cui si parla oggi…
Alle accuse di Sebastian Vettel infatti, Hembery ha risposto invocando un uso eccessivo della gomma (28 giri, di cui 2 corsi in regime di Virtual Safety Car) contraddicendosi quindi una prima volta e sostenendo che ogni gomma al mondo, se portata al limite rischia di cedere.
Interrogato quindi su questo fantomatico limite Hembery ha aggiunto che le gomme con mescola media avevano un ciclo di vita di 40 giri (“Wear-life was indicated at around 40 laps”), ma che il dato è variabile in funzione di diversi fattori (“race conditions can change that and some factors involved in racing mean that sometimes it’s not a precise datum”), ammettendo quindi che l’indicazione data alle squadre era di 40 giri.
Tant’è che anche la Lotus aveva messo tra le tattiche di gara quella a singola sosta, ma il fatto di avere risparmiato con Grosjean un set di soft durante le qualifiche li aveva poi portati ad optare per una tattica a due soste.
A questo punto comincio ad interrogarmi sulla validità dei dati Pirelli, perchè se il limite di 40 giri è variabile al punto da diventare critico a 28 (che poi sono 26 giri netti, escludendo i due sotto VSC) potrebbe diventarlo anche a 25.
E quindi Checo Perez (23 giri netti su gomma media) Valtteri Bottas e Romain Grosjean (22 giri netti su gomma media) avrebbero concluso la gara a due giri da un potenziale scoppio.
Ma di cosa stiamo parlando?
Non bisogna essere dei geni per capire che l’accusa che Pirelli fa alla Ferrari fa acqua da tutte le parti.
Sulla Ferrari di Vettel il degrado previsto da Hembery non c’è stato. Vettel girava 1:55.6 nel bel mezzo dello stint e 1:56.1 è stato l’ultimo crono registrato sul traguardo (mentre si difendeva da Grosjean), prima dello scoppio. Chi segue le gare con un occhio sul monitor dei tempi sa molto bene che non si può parlare di degrado prestazionale in questi casi: ho visto monoposto girare anche 3 secondi al giro più lente con gomme degradate, ma non scoppiate (Raikkonen su Lotus nel GP di Cina 2012 è il primo clamoroso esempio che mi viene in mente).
Si direbbe quindi che la condizione della gomma fosse ben dentro i limiti.
Vettel ha dichiarato di non essere mai uscito di pista, anche se questo non è completamente esatto. Sia lui che Grosjean infatti (come molti altri piloti), durante i concitati giri finali hanno più volte oltrepassato i limiti della pista affrontando l’Eau Rouge tagliando sopra i cordoli, le immagini non mentono. In quel punto venerdì era stato posto un cordoletto supplementare, che poi è stato rimosso perchè poco sicuro, quindi il problema dei limiti della pista era ben chiaro alla direzione gara…
Il cordolo dell’Eau Rouge è particolarmente critico per due motivi…
In primo luogo per le forze che in quel tratto vengono esercitate sulle gomme e poi perchè presenta dei “bozzi” che aggravano la situazione.
Se diversi quindi sono i fattori che potrebbero aver contribuito all’esplosione dello pneumatico, l’usura mi sembra quello meno influente, e le argomentazioni di Hembery contano vicino a zero: se i dati Pirelli sul ciclo di vita delle gomme erano esatti non c’è motivo di accusare la Ferrari per l’eccessivo utilizzo delle gomme. Se invece i dati in possesso di Pirelli riguardo i propri prodotti erano inaffidabili o calcolati male, allora vuol dire che più piloti hanno rischiato lo scoppio di pneumatici che erano nettamente all’interno dei propri limiti di utilizzo.
L’episodio (a questo punto, “gli episodi” visto che venerdì a scoppiare era stata la posteriore destra della Mercedes di Rosberg) mi ricorda quanto accaduto a Silverstone due anni fa, quando per la particolare conformazione dei cordoli di Maggots-Becketts-Chapel, numerose ed imprevedibili furono le esplosioni che Gary Anderson commentò così in questo video:
In quel caso (certo si tratta di due anni fa) ad essere messe sotto accusa furono le spalle degli pneumatici Pirelli e i “tagli” inferti su queste dai cordoli inglesi.
Io spero si arrivi presto ai veri motivi della questione. Non è normale che uno pneumatico esploda senza preavviso.
La stategia Ferrari
Non riesco a definire la strategia Ferrari, e non perchè da molti punti di vista me l’aspettavo, no.
Però vedere una squadra che punta al massimo rischiando la figuraccia di proporzioni bibliche, che osa con coraggio e con consapevolezza dei propri mezzi e dei propri uomini mi ha restituito la Formula 1 che amo. Mentre guardavo Sebastian Vettel difendersi dagli attacchi tardivi di Grosjean disegnando traiettorie avventurose, accarezzando il volante con la punta delle dita, spaccando i decimi con martello e fioretto, avevo il cuore in gola e pensavo agli anni della riscossa, proprio quelli di Schumacher che guidava oltre i limiti, si prendeva rischi e con una vettura non perfetta li trasformava in emozioni, vinceva gare in condizioni impossibili, aiutato da una squadra unita, un muretto coraggioso, un progetto che di lì a poco lo avrebbe consegnato alla storia.
La strategia della Ferrari non è stata soltanto coraggiosa e giusta. È stata un sogno meraviglioso.
Il vostro grafico
Non sono riuscito ad inventarmi un pallino apposito per il secondo stint di Bottas con tre gomme medie e una soft. Mi dispiace, ma non pensavo che al box Williams fossero tornati ai fasti degli anni ’90.
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