Gli Intoccabili
Benvenuti in Malesia.
Dove i curvoni veloci si alternano a lunghissimi rettilinei, un rampino stile cavatappi ti uccide e, ovviamente, piove. C’era una volta che non pioveva mai: lo zio Bernie aveva avuto l’idea passare ogni tanto con l’autocisterna, bagnare quelle due-tre piste l’anno e creare spettacolo artificiale. Lo presero per pazzo. Lui quella volta è morto di collera però poi è resuscitato, s’è messo a tavola col Padreterno, si sono accordati sul calendario e ora sono cazzi nostri. Prepariamoci a 19 GP bagnati.
A proposito, se non ci sentiamo, Buona Pasqua di resurrezione a tutti.
Allora, le qualifiche sono state al risparmio. Alla Red Bull avevano previsto multi-21 soste perchè hanno una macchina che mangia le gomme come fossero le ali di pollo fritte che trovi all’Hungaroring. Decidono di stiparsi le dure, le medie, e per questo motivo Vettel ha fatto le prime qualifiche a piedi, rischiando il taglio in Q2. Webber, che è un aziendalista, ha usato le gomme medie per starsene sicuro. Il resto del lavoro l’ha fatto la pioggia caduta in Q3 che ha costretto tutti alle intermedie. Risultato, Vettel in pole, Webber quinto.
A far compagnia a Vettel in prima fila c’è Massa. Il suo ingegnere che ormai lo conosce come un figlio gli ha disegnato la Ferrari di Alonso negli specchietti: l’unico modo per estorcergli la velocità che fu. Dietro Massa c’è Alonso, quando la realtà supera la finzione. Poi viene quella sagoma di Luigino, poi Mark-appunto-Webber e Nico il fico Rosberg. Raikkonen è settimo, che è allergico all’acqua e per sua sfortuna è più facile che piovano rane che vodka.
Tutti più o meno contenti. Io chiudo il lavoro, mi vado a fare un’intossicata in paese e poi esco per birre. Pregustando il gran passo di gara della Ferrari mi ucciderò di Rosse del Brenta. Poi, una volta a casa, punto la sveglia. Mi sveglierò così com’ero svenuto: stonato e stomacato. Ma almeno ho gli occhiali già installati.
E’ bagnato e si parte con le Inters.
Nulla di nuovo -penso- sarà la solita avvincente gara nei primi giri e poi via di strategie. Eppure c’è qualcosa che non va: Webber ha indovinato la partenza.
Altro che un battito d’ali di una farfalla del cazzo. Quando Webber indovina una partenza la Formula1 torna indietro di 30 anni.
Nientedimeno guadagna una posizione. DUE. Alonso se lo vede affianco e vomita un “macomecazz.. hanno clonato Vettel?!” si distrae e va a toccare l’Intoccabile: un improvviso chiarore balena nell’uggioso pomeriggio malese, vedea per l’ampia oscurità scintille balenar d’elmi e cozzanti brandi (grazie Ugo).
Ho già le mani in testa e siamo soltanto alla seconda curva, il mio cardio-frequenzimetro è salito in bici e sta sfondando la porta perchè vuole scappare di casa, Fernanduzzo sta girando con l’ala rotta 2 secondi più veloce di Massa, che vedendolo avanti vomita un “macomecazz.. hanno clonato Alonso?!”, mentre Vettel scappa. Nando e Webber se le suonano, a Briatore parte un embolo, ma tanto fra poco Alonso andrà ai box e sparirà dalla circolazione. O almeno, questo è quello che pensano tutti. Io, invece, quando vedo Alonso saltare l’ingresso box mi ritrovo con la pelle liscia quanto la cartavetrata da 40, il telecomando conficcato nel soffitto e un cardio-frequenzimetro morto suicida. Per un attimo penso a quell’aviatore che fu e che sempre sarà, e poi penso che la linea tra l’impresa e la spesa è sempre sottile, e poi ho l’acquolina in bocca che se succedesse uh mamma mia, e poi però che strano che in Ferrari facciano certe…
Alla fine s’è scoperto che il Fry al muretto box Ferrari era quello di Futurama, e che in realtà “T.O. Fregato” non è altri che Adrian Newey. Red Bull ti rompe le ali.
Intanto “Al Campione” entra ai box con strano ed immotivato anticipo, mentre l’altra Red Bull decide di rimanere in pista un altro po’. Indovina anche questa Mark Webber, ed infatti dopo la sosta si ritrova primo con vantaggio forte. I miei occhi iniziano a roteare come quelli di una medium invasata, inizio a temere cose strane, e non sono il solo: al box Toro Rosso stanno già giocandosi i numeri al lotto, mentre alla Force India hanno preferito giocare coi dadi. La solitudine dei numeri quinti prevale in McLaren dove Button e Perez hanno deciso di fare il GP senza soste, e così Luigino che è un uomo di sport passa al box per un saluto. L’attimo di un Amore che può riempirti per tutta la vita.
Vabè.
A metà gara l’Australiano è ancora davanti.. 28mo giro, Al Campione si tradisce dicendo ai suoi scagnozzi: “Mii!!… Ccioppo piano va questo picciotto. Get him out of my cogghiuni men!”. Sono le prime avvisaglie. Webber reagisce, prende spazio e ci porta con la mano verso un finale di gara catastrofico.
Ci ritroviamo con due duelli interni: alla Mercedes c’è Rosberg che non ha ancora capito che quando ci sono due zone DRS ti conviene fare il sorpasso nell’ultima delle due, se non vuoi essere ri-superato con la stessa facilità. Ross Brawn li ha lasciati giocare per un po’ di giri, poi ha capito che Rosberg avrebbe continuato a sprecare la benzina sua e quella di Hamilton e li ha chetati.
In Red Bull invece a quel marpione di Al Campione lo chiamano ai box prima di Webber e gli montano le medie nuove che aveva stipato in qualifica, ovviamente per attaccare la prima posizione. Vettel rientra in pista arrapato come un pavone e alla fine di un giro iperveloce vede il compagno uscire dal box con le gomme dure e cerca l’infilata. “Capo, careful!” gli dicono dal box, e ancora “Capo, non faccia sciocchezze per piacere” perchè loro sono sportivi. E poi al Capo non si danno ordini. Al massimo un “Multi 21” oppure un “Mark, stai consumando troppa benzina, rallenta”.
Solo che Mark stavolta ha fatto la gara perfetta. E che gli vuoi dire?
Al Campione invece conosce ragioni, lui vuole il massimo per la squadra, se coincide col massimo per se stesso. Alonso è fuori, e il campionato oggi avrà la sua piccola svolta, è così che deve andare. Attacca Webber ancora, che si difende, una volta, due. Ma nulla può, contro uno che il sorpasso lo aveva già deciso 20 giri prima. Cannibale come un tedesco che fu e sempre sarà, veloce, implacabile, freddo e terribile quando vuole superarti. Oggi è Al Capone, contro le regole, contro il proibizionismo, fuori controllo cavalcando uno tsunami emotivo. Il mondo è tuo, Al.
E lo sarebbe, se a fine gara il piccolo boss non trovasse i suoi picciotti che gli piangono addosso. Così, mosso a compassione, torna bambino e con faccia e dita contrite scrive una letterina chiedendo scusa a mamma, papà, Adriano, Christofaro e Marko. Oops.. Mark.
Al Capone non chiede mai scusa.
“Sei solo chiacchiere e distintivo, solo chiacchiere e distintivo..”