Dalla padella alla Brackley

E’ giovedì sera e mi aspetta un fine settimana di veglia totale. C’è la Formula1 in Australia, il lavoro chiama e farò di tutto per essere pronto e lucido: due Leffe rosse al bar qua sotto, poi un salto da Tonino per un Talisker defaticante, chiudo con due chiacchiere tra amici assetati di pronostici e in men che non si dica sono a casa tutto scemunito.

Si inizia

La diretta parte col primissimo piano della Masolin: la rivoluzione inizia nel migliore dei modi.

Passa un attimo e fioccano monoposto in ogni dove: c’è bisogno di macinare chilometri, perchè il Renault ha problemi, il Ferrari difetti sparsi e gli unici tranquilloni sono quelli della Mercedes. Infatti dopo due curve la monoposto di Hamilton è ferma in pista. L’inglese sale in moto e dopo un giro in costiera lo accompagnano all’ingresso paddock dove viene scambiato per un Giggino qualunque con un casco in testa: gli chiedono il pass e lui mostra un regolare tesserino di vaffanculo.

In pista è tutto un silenzio: io vedo monoposto girare, ma sento solo voci. “Sarà un difetto del decoder” – penso – quando tuttaduntratto l’inchiodata di una Toro Rosso mi sbanda tra i pensieri: con queste due orecchie sento l’anteriore destra stridere sull’asfalto così intensamente che penso mi stiano per tamponare la scrivania. “Ma quindi gli effetti sonori sono di altissimo livello…”, ed è anche bello, peccato che manchi il meglio: per sentire un motore son costretto ad abbracciarmi il televisore durante il primo onboard.. E’ un suono strano.. In basso sembra rauco e muscoloso, tenebroso, cattivo.. Persino minaccioso, ma promette un urlo che poi non c’è.

Pazienza. Ne abbiamo sentiti tanti, ci abitueremo a sentire questi.

Le libere

Prime conferme: le frecce d’argento scoccano come a che, i Mercedes fanno un altro sport, la McLaren ha una nuova guida che promette bene, tale Ron Dennis, mentre la Williams mi impressiona un sacco, ma con mia sorpresa viene schifata da Antonini, Vanzini e tutti i media del mondo.

La F14T invece va come nei test, cioè non si capisce quanto, mentre la Red è tornata Bull, cioè com’è sempre stata, solo che nessuno se ne poteva accorgere visto che in Bahrain era ferma ai box, quando c’era.

Il premio “Mente 2014” però è per Maldonado che percorre 257 metri in due sessioni e rivela ai microfoni della Sangiorgio: “abbiamo un ottimo passo gara”.

Ma siamo alle qualifiche

Jules Bianchi ha problemi di motore e gira quanto una Grande Punto con problemi di motore. Rientra ai box, arrestano i sistemi, riaccendono ed è pronto a scendere in pista per il secondo tentativo, quand’ecco cadono le prime gocce di pioggia: nemmeno Paperino.

Ora è buio e piove, Kobayashi fa un mezzo miracolo ricordando a tutti che è forte, mentre Ricciardo usa il suo sorriso per farsi luce e vedere meglio la pista. E’ in formissima, è nel suo Paese e lo spirito di Mark Webber aleggia su di lui e sulla Red Bull di Vettel, che ha tutti i problemi del mondo e va poco meglio di una Caterham. E’ Il Karma della Formula1: Vettel sarà la seconda guida con problemi, mentre il GP di Ricciardo saprà di tutt’altra pasta: la pasta del Capitano.

Le Mercedes mazzolano tutti. Hamilton va in pole, Ricciardo (ahinoi) è solo secondo, Rosberg è terzo, Kevin Magnussen è un fenomeno e poi viene Alonso. Raikkonen è merdesimo seguito da Vettel merdicesimo e tutto fa pensare ad una domenica bestiale.

Partono

Cioè non partono. Perchè c’è una vettura inchiodata sull’asfalto. Vanzini la battezza subito, mentre nella cabina accanto Gianfranco “Gus Hansen” Mazzoni tenta un disperato bluff al buio: “C’è una monoposto ferma NELLA ZONA DELLE CATERHAM. Sì, è proprio una Caterham, anzi no, è una Marussia, sì… no… SI’! E’ la CATERUSSIA DI MAX BIANCHI!!“. Ed è con questi acuti che gli immani sforzi del sempre ottimo Ing. Bruno e del povero Ettore Giovannelli verranno scavalcati. E’ la rivoluzione della Formula1, ma certe cose non cambieranno mai.

Ri-partono

Hamilton sfriziona, lo spirito da sprinter di Mark Webber sale sulla monoposto di Ricciardo e la fa pattinare, mentre quello di Carolina Kostner fa compagnia a Kevin Magnussen in un bellissimo balletto di coppia. Dopo due tripli toe-loop il ragazzo la mette dritta ed è pronto a scartucciarsi con Nico #preferivoHULK Hulkenberg, Nando Alonso e Daniel Ricciardo… Nelle retrovie il naso della Caterham di Kobayashi urta l’intimità della Williams di Felipe Massa, mentre Vettel si salva da un amplesso con la Sauber di Gutierrez che aveva deciso di fermarsi in mezzo alla pista per godersi l’Albert Park.

Purtroppo le emozioni durano poco, come il GP di Hamilton e Vettel, forse meno. In poco più di due giri il trenino endurance è compatto e veleggia verso il tramonto, il solo Valtteri Bottas è mio motivo di vanto e gioia, tutto il resto è noia. E c’è un uomo in fuga.

“La Formula uno è sport semplice: si corre in 22 e alla fine vincono i tedeschi”, mi pare dicesse così Gary Lineker.
E non c’è niente da fare per i Ferraristi, costretti ad assistere ad una nuova (speriamo veloce) rincorsa. E non c’è niente da fare nè per Ricciardo, costretto ad ingoiare amara benzina, nè per la sua Red Bull, messa da parte per far spazio ad un podio tutto Mercedes.

Passato un dominio, eccone un altro?
Oh mio Dio. Dalla padella alla Brackley.

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Una risposta

  1. Alessio ha detto:

    Bentornato! :)
    ci sei mancato! ahahah

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