La vida es una tombola

Così cantava Manu Chao, immaginandosi come sarebbe stata la sua vita se fosse stato il più grande calciatore di tutti i tempi.

 

La vita è una lotteria se ti chiami Sergio Pérez Mendoza.

Entri giovanissimo in una primordiale Ferrari Driver Academy. Dopo due anni spesi a farti le ossa in Sauber (dopo aver tra l’altro sfiorato una vittoria in Malesia nel 2012) ti senti pronto per il grande salto nei team che contano. La Ferrari ha già i posti congelati e non hai altra scelta che emigrare. Vai in McLaren, ma il team non è certo quello del periodo d’oro e vai in difficoltà. In Formula 1 non ti aspettano e non ti rimane che andare in Force India. Finisci per far parte di una coppia di piloti stratosferica, ma non nel team adatto per dar sfogo ad un talento che altrove avrebbe fatto sfracelli. Resti là anni e anni portando anche qualche podio. La squadra inizia a soffrire qualche problema di liquidità, il grande capo si ritrova rincorso dai giudici. Arriva un facoltoso investitore Canadese e ci piazza il figlio al tuo fianco come compagno di squadra, firmi un contratto a lunghissima scadenza, perché ci credi, dopo tanti anni passati a metà classifica, che finalmente il vento stia cambiando e qualcosa di buono bolle in pentola.

Ma la vida es una tombola.

Non bastano i contratti firmati, non basta esser stato sempre lì a supportare un team con i punti e con il vil danaro. Il tuo posto serve a qualcun altro. Buona fortuna per il futuro. Nel frattempo devi chiudere una stagione con questo team e tra qualche motore esploso e qualche scelta discutibile dal muretto perdi punti e podi.

 

La vita è una lotteria anche se ti chiami George Russell.

Vinci tutto quello che si può vincere prima di arrivare in F1, sei il futuro di Mercedes, ma siccome per te c’è tempo e lì davanti c’è uno che si chiama Lewis Hamilton, non c’è fretta. Finisci nella peggiore Williams della storia. Un paio di occasioni per arrivare clamorosamente a punti le hai avute, ma per un motivo o per un altro queste occasioni sfumano. Nel frattempo ti viene detto che devi rimanere dove sei, nella peggiore Williams della storia, perché non c’è fretta. Per gli altri. Ma in giro per il paddock c’è un certo Sergio Pérez Mendoza che di starsene a casa l’anno prossimo non ha proprio voglia. Meglio la peggiore Williams della storia che il divano. Hai il fiato sul collo, ma almeno il tuo di contratto verrà onorato. Un bel giorno quel Lewis Hamilton di cui sopra si prende un virus e non può correre. Siccome la vida es una tombola ti viene data una tuta nera e ti viene detto “dopodomani niente Williams peggiore della storia” e ti ritrovi con la monoposto dei sogni sotto il sedere. È tutto apparecchiato per un garone. Ottime prove libere, ad un passo dalla pole.

Ma la vida es una tombola.

Parti benissimo, lasci sul posto il tuo compagno di squadra. Vai disinvolto verso la vittoria come un campione del mondo. Ma arriva una Safety Car ed il tuo team stellare decide che è il caso di creare il caos e ti montano gomme sbagliate, ti richiamano dentro per montare quelle giuste, salvo poi richiamarti di nuovo perché le gomme giuste stanno perdendo aria.

Vince al tuo posto, del tutto a sorpresa, un certo Sergio Pérez Mendoza, che dopo tanti anni a spalare sterco a metà classifica ed esser stato appiedato nonostante contratti firmati e dopo aver perso un podio già suo a pochi giri dalla fine nello stesso circuito la settimana precedente, si ritrova in cima.

Perché la vita è una lotteria. E non importa se ti chiami Sergio Pérez Mendoza o George Russell.

 

 

La vida es una tombola,

De noche y de día.

La vida es una tombola, 

Y arriba y arriba.

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