L’angolo del pilotino: Markelov. Bene, bravo, ma basta
Che la nuova stagione della Formula 2 sarebbe stata esaltante si era intuito sin dai test, vista la presenza di cavallini di razza come Norris e Russell, ma ieri è arrivata la conferma. La Feature Race è stata da pelle d’oca, la Sprint Race leggermente meno intensa ma ugualmente avvincente.
Cosa ci lascia il primo appuntamento dell’anno? A occhio direi la “scoperta” di Lando Norris e lo show regalato da Artem Markelov.
Parto da quest’ultimo. E’ stato il driver of the day delle due gare? Direi di si, specie al sabato quando ha fatto una rimonta capolavoro dopo essere stato costretto a partire dalla pit lane. Merita la standing ovation per quanto ha mostrato in pista? No.
Per carità, bravissimo nel risalire sino al terzo gradino del podio nella prima gara ed a vincere in modo convincente la seconda, ma corre in GP2/F2 da 5 (cinque) anni.
La sua crescita in questo lasso di tempo è stata apprezzabile e la presenza di Russian Time sulla griglia in questa stagione credo sia stata “forzata” per evitare di schierare solo 18 vetture dopo l’addio di Rapax e Racing Engineering e la mancata conferma di Fortec, ma da un veterano del genere, che corre con il team campione in carica, mi aspetto che gestisca le Pirelli come la sua donna.
Ha senso avere una categoria propedeutica con piloti che ormai sono presenti da 5 anni nella stessa serie? Per me no, ma il Motorsport non è una disciplina giusta ed economica. Se lo fosse stata avremmo avuto Joel Eriksson e Robin Frijns a deliziarci in pista.
Passo a Norris. Ha stupito il suo esordio? Molto.
Lando è un pilota programmato per vincere e la prima gara dell’anno ha confermato questa tesi. Non mi ha stupito la pole centrata al venerdì o la vittoria nella Feature Race del sabato, ma sono rimasto decisamente colpito dalla gestione gomme mostrata da Norris.
Nella prima gara del weekend Lando è scattato dalla pole come una fionda ed ha subito iniziato a picchiare il cronometro girando un secondo più veloce di tutto il gruppo. Sinceramente pensavo che avrebbe patito un crollo delle medie a partire dall’ottavo giro, invece è riuscito ad arrivare indisturbato sino al giro numero 18 quando ha poi messo le soft e stampato il giro più veloce della gara.
E’ il candidato principale al titolo? Per me si, senza dubbio. La storia di aver fatto un salto nel buio scegliendo un team come Carlin (al rientro nella serie) sa tanto di perculata, ma gliela perdono perché sono certo che ci farà divertire un casino in questa stagione grazie al suo piede destro.
Chi altro si è messo in luce in questo primo round stagionale? Io dico Sergio Sette Camara e Maximilian Gunther.
Devo ammettere che il brasiliano (o brasilianino per restare in tema col titolo) dopo il primo successo a Spa in F.2 la passata stagione ha fatto uno scatto mentale incredibile. Forse l’essere uscito dal programma Red Bull lo ha liberato psicologicamente, ma da quando è salito sul gradino più alto del podio per la prima volta è migliorato costantemente (e ha rischiato di vincere Macao, mica pizza e fichi).
Nella Feature Race non è riuscito a tenere il passo di Norris, ma è stato autore di una manovra di difesa della posizione su Markelov che penso verrà inserita negli highlights di fine anno. Farsi passare, mettersi in scia, uscire, staccare, ripassare ed indurre all’errore un pilota con 5 anni di esperienza nella serie credo gli valga il premio come miglior difensore del weekend.
Ah, anche la difesa sul “capo squadra” Norris nella Sprint Race è stata pazzesca. Pensavo che Sette Camara lasciasse passare il “capitano” e quando ho visto che non ne aveva alcuna intenzione ho creduto che i due volassero nel deserto nel corso dell’ultimo giro, invece hanno portato a casa le macchine tutte intere. Trevor Carlin ringrazia.
Gunther è stata un’altra piacevole scoperta. Premetto che non mi ha mai fatto impazzire quando era nella F.3 Europea per un modo di correre troppo conservativo, ma sia nella Feature Race che nella Sprint Race non ha mostrato alcun timore reverenziale nel difendere la posizione con i denti.
Certamente riuscire a portare a podio una vettura di un team non proprio di prima fascia come Arden credo sia un risultato di cui andare fieri, specie se sei un rookie nella serie, però aspetterei prima di urlare al mondo che abbiamo trovato un altro tedesco che va veloce in monoposto.
Chi è mancato in questo weekend? Parzialmente Russell e de Vries. George ha fatto una signora qualifica anche se ha sbagliato il timing per scendere in pista. Avesse aspettato qualche minuto in più prima di tornare sull’asfalto forse avrebbe potuto soffiare la pole a Norris.
Ah, apro la parentesi pole. Ho letto molte critiche rivolte a Norris per non essere stato penalizzato dopo il lungo all’ultima curva. Ora, bastava avere il live timing aperto per vedere come il miglior crono nel T1 e nel T2 sia stato quasi azzerato proprio per l’errore nell’ultima curva. Inoltre, lo stesso errore è stato compiuto da Russell proprio nel primo tentativo che gli è valso la P1 provvisoria e nessuno ha cancellato il suo tempo. Quindi meno cori “maFIA maFIA” e più matematica live timing aperti please.
Tornando a Russell. Male la partenza della Feature Race, anche se partiva dal lato sporco della pista, malissimo la partenza nella Sprint Race quando ha stallato imitato da Aitken. Sono certo che già dal prossimo weekend tornerà cazzuto come nella passata stagione, e spero in una sveglia del team ART per evitare di sprecare un patrimonio del Motorsport e di perderci il duello tra lui e Norris che attendo da un anno.
De Vries per me resta sempre un mistero. Ha una velocità incredibile sul giro secco, prova ne sia il miracolo fatto negli ultimi secondi della qualifica quando è riuscito a risalire sino al quarto tempo con una magia, ma resta sempre una incognita la sua gestione gomme in gara.
Nella Feature Race le ha distrutte presto, anche se ha dichiarato di aver alzato troppo il ritmo a metà corsa per preservarle (mah…), mentre nella Sprint Race ha tentato di imitare la tattica Leclerc 2017, ma è entrato ai box con 1 – 2 giri di anticipo quando ancora aveva due secondi di vantaggio sul secondo.
La rimonta con le soft è stata da applausi, però sei in Prema e non ti puoi permettere di finire quinto quando hai come termine di paragone Gasly e Leclerc. E’ una bocciatura? No, però spero che Nyck abbia il pepe sotto il sedile per tutta la stagione e non commetta più errori di gestione simili.
L’ultima considerazione la riservo al team Prema. Gelael settimo nella Feature Race, dopo una qualifica che definire sfigata è poco, credo sia un miracolo. Personalmente nutrivo molti dubbi sul rendimento dell’indonesiano e non credevo che avrebbe centrato la top ten in questo primo weekend stagionale. Sono stato smentito e voglio quindi applaudire tutti i ragazzi del team che hanno svolto un lavoro fenomenale. Vi aspetto presto nel vostro habitat naturale, il primo gradino del podio.