London ePrix: Piquet jr è il re
Emozioni e colpi di scena a non finire nel weekend del London ePrix. La spunta Nelsinho!
E’ Nelson Piquet Jr il primo campione del mondo della Formula E. Il figlio dello “zingaro” tre volte campione del mondo di Formula 1 è riuscito a fregiarsi del primo alloro iridato messo in palio dalla neonata categoria elettrica, riuscendo a gestire alla perfezione, sia mentalmente che strategicamente, il doppio evento del London ePrix, in un weekend di gara particolarmente complesso.
Buemi domina gara 1
I due round del London ePrix hanno infatti messo alla dura prova i nervi del brasiliano. Gara 1 veniva condotta e vinta alla grande da un indomabile Sebastian Buemi, autore anche della pole position e subito a suo agio nello stretto circuito di Battersea Park.
Gli altri due contendenti al titolo, Di Grassi e Piquet Jr, dovevano accontentarsi delle briciole racimolate con il quarto ed il quinto posto finale. Un risultato, quello di Nelsinho, che consentiva a Buemi di rifarsi sotto in classifica, portando il suo distacco a soli 5 punti con un ultimo appuntamento da disputare.
Il finale da brivido di gara 2
Dopo una notte passata tra mille pensieri, l’appuntamento domenicale con il secondo round del London ePrix vedeva subito un colpo di scena nel corso delle qualifiche.
Nelson Piquet Jr, sorteggiato nel terzo gruppo, si trovava a fare i conti con un asfalto reso improvvisamente bagnato dalla classica quanto imprevedibile pioggia londinese. Un imprevisto che relegava il leader della classifica alla casella di partenza numero 16, mentre i diretti rivali, Di Grassi e Buemi, si piazzavano innanzi a lui, rispettivamente in undicesima ed in sesta posizione.
Lo psicodramma avrebbe fatto cedere chiunque, ma Nelsinho è stato freddo ed impassibile e, coadiuvato da un ottimo team, ha messo in atto una strategia di gara rivelatasi alla fine vincente.
Scattato ottimamente allo spegnersi dei semafori, il brasiliano è stato lesto nel guadagnare subito quattro posizioni per poi gestire ottimamente la batteria nel corso del primo stint. Una tattica vincente, che ha consentito a Piquet Jr di ritardare di ben due giri rispetto agli avversari il cambio vettura.
Non solo la strategia ha, tuttavia, aiutato Nelsinho, ma anche la Dea bendata che gli aveva voltato le spalle in qualifica.
Prima un errore di Buemi subito dopo il cambio vettura, è costato al pilota svizzero una posizione a vantaggio di Bruno Senna, poi un dritto di Leimer su Virgin Racing, ha costretto l’organizzazione del London ePrix a far entrare la safety car per rimuovere la vettura incidentata. Un aiuto inaspettato per Piquet Jr, che ha consentito all’alfiere del China Racing Team di chiudere il divario con i rivali innanzi a lui.
Superato senza problemi il neo compagno di team Turvey, Nelsinho si è subito buttato a caccia di Salvador Duran e dei preziosi punti necessari per superare Buemi in qualifica.
Il sorpasso netto e deciso di Piquet Jr ai danni del pilota Amlin Aguri ha di fatto chiuso i giochi per il titolo. Buemi, informato del sorpasso via radio, ha provato in tutti i modi a riprendersi la posizione persa ai danni di Bruno Senna, toccando più volte il nipote di Ayrton e cercando in ogni modo di mettere il muso della sua eDams davanti alla Mahindra del brasiliano.
Nulla da fare per lo svizzero, autore anche di un gesto di disapprovazione nei confronti di Senna una volta superato il traguardo. Una chance buttata alle ortiche per Buemi, capace, con il testacoda nel giro di uscita dai box, di giocarsi definitivamente il mondiale ed aggiungere una ulteriore delusione alla già poco felice stagione a bordo della Toyota in WEC.
Il finale di gara vedeva, tuttavia, un ulteriore colpo di scena. Stephan Sarrazin, autore di una performance solida e primo sotto il traguardo del London ePrix, veniva penalizzato con un aggravio di tempo di 45 secondi che lo relegava al quindicesimo posto e consentiva a Sam Bird di trionfare sul tracciato di casa.
Lo sventolio della bandiera a scacchi faceva scoppiare in Nelsinho tutta la tensione accumulata nel corso del weekend londinese e sfogata in un pianto liberatorio sotto il casco che ricordava, seppur con motivazioni differenti, le lacrime versate dal connazionale Massa al termine del Gp del Brasile 2008.
Cosa ci insegna la Formula E?
Cosa resta di positivo di questa prima stagione di Formula E? Molto. Va dato merito ad Agag di aver creato qualcosa di totalmente innovativo nell’ambito del motorsport. Se dieci anni fa il manager vi avesse detto “un giorno correremo con monoposto totalmente elettriche nei centri cittadini e nei parchi delle maggiori capitali mondiali” molti di voi, ed il sottoscritto, avrebbero chiamato la neuro credendo di trovarsi di fronte ad un pazzo.
Quel pazzo oggi è riuscito a mettere in piedi un progetto credibile, solido, attraente. Dalla prossima stagione entrerà la Citroen in coppia col team Virgin, mentre altri costruttori meno noti stanno già programmando lo sbarco in Formula E. Il segno che la categoria interessi, e molto, è soltanto una notizia positiva.
Certamente c’è da migliorare ancora molti aspetti quali velocità delle monoposto, durata delle batterie, layout di alcuni circuiti, ma sono difetti che si possono perdonare considerando che tutto ciò di cui stiamo parlando non esisteva prima.
Continueranno ad esistere gli scettici e gli snob, coloro che credono esclusivamente in competizioni tra vetture dotate di motore termico. Fortunatamente il motorsport è democratico e consente a chi lo ama di scegliere la competizione che maggiormente gli si addice.
Adesso è il momento di ricaricare le batterie in attesa di ripartire ad ottobre da Pechino. Grazie Formula E di avermi fatto divertire ed avermi fatto ricredere sulle tue potenzialità, non vedo l’ora di rivederti sugli schermi!