Perchè la Ferrari farebbe bene a dichiararsi

La doppietta di ieri al Grande Premio di Monaco sembra sia stata bella quanto un coito interrotto.
Sembra impossibile che oggi, lunedì 29 maggio, non si parli che della mancata sublimazione di questa gioia. Peggio ancora, dovunque io legga pare ci sia una spaccatura tra i fans dei nostri due piloti.

Senza perdere tempo a descrivere le ragioni dell’una o dell’altra “curva” provo ad esprimere il mio pensiero:

la Ferrari ha una prima ed una seconda guida, ma in pista e fuori sembra voler lasciare intendere che non è così.

Sebastian Vettel è il pilota di punta, quello sul quale la Scuderia ha messo le fiches per la vittoria del Mondiale piloti. Trattasi di una cosa talmente scontata che non c’è bisogno di tirare in mezzo i numeri e, parer mio, è così che ogni squadra di Formula 1 dovrebbe comportarsi.

Se negli anni scorsi in Mercedes hanno giocato a fare i paladini dello Sport avendo 1,5s di vantaggio solo di motore, ora che sanno di poter perdere concretamente il Mondiale danno ordini di scuderia plateali già dai primi GP. Magari hanno scelto male la prima guida, ma sfido chiunque a dare a Bottas i gradi di capitano adesso, figurarsi ad inizio Mondiale. Così come sfido chiunque a darli a Raikkonen e non a Vettel tra i rossi.

La Ferrari invece davanti ai microfoni cerca di lasciar intendere che non esistono preferenze.

È un comportamento stupido. Tutti sanno che non è così, dentro e fuori Maranello.

I bookmakers già prima del GP sapevano che il favorito a vincere fosse Vettel, secondo in griglia quotato a 1,90, mentre Raikkonen che era in pole era quotato a 2,80. Quote abbastanza “strane”, visto che a Monaco se vuoi far in modo che il pilota in pole vinca il GP, glielo fai vincere anche su tre ruote. Ah no… la Red Bull con Ricciardo l’anno scorso non ci riuscì.

Raikkonen è stato chiamato ai box in un momento non adatto a realizzare la sua strategia perfetta. Questo è un dato di fatto, c’è poco da obiettare, è stato rispedito in pista dietro due doppiati, quando invece ritardando il pit, senza nemmeno rischiare l’undercut da Bottas e Verstappen, avrebbe potuto evitarli.

Se fossi un tifoso poco pragmatico di Raikkonen mi mangerei il fegato.

Ma c’è anche una cosa che nessuno dice, o vuol dire. Tutti, me compreso, si sono esaltati per l’overcut realizzato da Sebastian Vettel dopo che Kimi gli aveva ceduto la pista. Giri da qualifica, ogni volta più veloci, eccitanti, esaltanti, una guida da Dio sceso in terra, ma c’è un “ma”.

Vettel ha rischiato grosso. Vettel ha girato fortissimo. Si è preso rischi alti su gomme solide, ma comunque usate 40 giri, per aprire la finestra ed uscire davanti a Raikkonen dopo il pitstop:

1:16.4,
1:16.2,
1:15.5,
1:15.2,

sempre, gradualmente, più forte, con Raikkonen che dal suo canto spingeva anche lui su gomme supersoft, nuove, ma difficili da mandare in temperatura.

Aveva un senso questa lotta a distanza tra i due? È Monaco cazzo, valeva la pena prendersi rischi così alti tra muri e tombini? Perchè passare dal guadagnare 7 punti in più su Hamilton al rischio perderli tutti? Mandiamo Vettel a muro solo per coprire il segreto di Pulcinella?

Da tifoso molto pragmatico di Vettel, della Ferrari e del Mondiale piloti mi sarei mangiato il fegato se fosse successo.

Abbiamo un titolo, anzi due da vincere. La Ferrari dica pubblicamente come stanno le cose tra i due piloti, e basta. “Per il mondiale piloti si va con Vettel, dimenticate la lotta in squadra”. Non sarebbe bello, non sarebbe elegante, ma vi assicuro, continuare così come ieri è anche peggio.

 

VettelRaikkonen3

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