Caro Stefano
Caro Stefano, anche basta.
Chi ti scrive, o forse meglio dire ti prega, è un ragazzo che la Formula 1 la ama da quando, ancora innocente, stava piazzato davanti la TV guardando con venerazione quelle vetture velocissime e rumorose correre in circuiti spettacolari.
Chi ti scrive, o forse meglio dire ti prega, è un ragazzo che ha mandato giù bocconi amari come le gomme scanalate, i motori turbo-ibridi e l’Halo (utile, ma brutto forte).
Chi ti scrive adesso ti prega di fermarti un attimo a pensare.
Hai detto che il prossimo anno vorresti avere un calendario con 7-8 Sprint Qualifying, e via tutto il coro di media inglesi pronti a spellarsi le mani per applausi falsi quanto un Rolex da 50 euro.
Hai detto che i riscontri avuti dopo le Sprint Qualifying di Silverstone e Monza sono stati eccellenti. Vorrei sapere dove hai letto questi apprezzamenti (P.S. la stampa inglese non vale).
Perché vuoi snaturare la Formula 1 che amo? A cosa serve davvero la Sprint Qualifying? È così necessario rendere il venerdì in pista un giorno obbligatoriamente attrattivo per il pubblico televisivo?
Io credo di no.
Che senso ha far disputare ai piloti una sola sessione di prove libere, quella del venerdì mattina con pista ancora sporca, per poi impedirgli di modificare l’assetto nella seconda e ultima sessione del sabato?
Che senso ha disputare una gara di poco meno di 20 giri per determinare la griglia di partenza della domenica sminuendo così il momento più orgasmico del weekend? (Mi riferisco alla qualifica se non l’hai notato…).
Che senso ha rincorrere a tutti i costi un pubblico giovane che non seguirà mai l’intera gara della domenica ma che tanto scriverà ugualmente stronzate sui social dopo aver visto gli highlights su YouTube?
Che senso ha trasformare la Formula 1 in Formula 2?
Forse è il momento di fermarsi a riflettere un attimo e cercare di far ragionare i tuoi datori di lavoro nati e cresciuti negli USA.
La loro concezione di intrattenimento è culturalmente agli antipodi rispetto a quella europea, e sono certo che tu lo sai benissimo.
Perché, quindi, non cerchi di far capire loro che così facendo si andrà inevitabilmente a perdere lo zoccolo duro di appassionati che la Formula 1 la segue per intero, sin da quel venerdì di libere considerato noioso, per poi stare appiccicato sul divano anche quando le gare conciliano amabilmente il sonno (vedi Zandvoort).
Perché, quindi, non ascoltare chi la Formula 1 la ama veramente piuttosto che dar retta a sondaggi e analisi di mercato che sembrano create solo per supportare i vostri esperimenti?
Cercate lo show a tutti i costi, state creando un qualcosa di artificiale a uso e consumo di un pubblico che tra un weekend di F1 ed un weekend al mare opterebbe senza dubbio per il secondo.
Caro Stefano, tu sei stato in grado di far ragionare un certo Michael Schumacher nel 1998 ed impedirgli di passare alla storia come il mostro di Spa-Francorchamps. Sono certo che, volendo, potrai far ragionare anche gli ‘mmerigani.
Caro Stefano, la Sprint Qualifying è come la pizza con l’ananas: piace a chi non ne capisce una beata mazza.