Date un PR a quest’uomo

Lavorare in F1, si sa, significa essere continuamente sotto pressione e sotto la lente d’ingrandimento. Lavorare in F1 per la Scuderia Ferrari significa la stessa cosa al quadrato. Lavorare in F1 per la Scuderia Ferrari nella veste di Team Principal? Non oso immaginarlo. Nella posizione di Binotto incombe dunque un’enorme responsabilità che si ha non soltanto per le decisioni prese, ma anche per le parole dette. Soprattutto verso soggetti esterni alla struttura che si dirige.

Sorge quindi quasi spontaneamente la domanda: “c’è qualcuno che segue la comunicazione del capo?” Delle due l’una:

  • No? Allora, fossi in Binotto, mi guarderei attorno;
  • Si? Mi guarderei attorno uguale, con le aggravanti del caso.

La domanda è ovviamente retorica. In ogni team di F1 c’è un dipartimento intero dedicato alla comunicazione, si presuppone composto da professionisti del campo, che supporta piloti e figure in posizioni di rilievo in un mondo mediatico diventato sempre più ostico. Proprio per questo motivo sugli autogol mediatici di Binotto vi è un’aggravante.

L’ultimo in ordine di successione non è nemmeno il più grave. Rimane pur sempre un errore grossolano andare in diretta, prendersela con Vanzini per una frase-tormentone che, possa piacere o no, è un’opinione legittima quanto fondata nella sua forma: “date una macchina (vincente) a questo ragazzo (Leclerc)” e probabilmente qualche soddisfazione riusciremo finalmente a levarcela.

Nessuno, ma proprio nessuno ha consigliato Binotto di abbassare la cresta dopo l’ennesimo scivolone mediatico partorito in Portogallo? Un PR, un suo superiore, nemmeno un amico di vecchia data?

A proposito di tormentoni, è evidente che ci sono ancora degli strascichi dopo l’ultima stagione di Vettel in Ferrari, siccome si ripetono (in maniera del tutto gratuita) frecciate a chi oramai da mesi non veste più di Rosso. Che senso ha prendersela ancora col passato? Soprattutto in un contesto così dinamico come la F1. Anche sulla tempestività di certe dichiarazioni ci sarebbe da parlare: non sarebbe stato meglio aspettare la fine del weekend (visto poi com’è andata la gara) prima di lasciarsi andare a dichiarazioni sul “secondo pilota”? Premessa sempre un’altra domanda: “era proprio necessario?”.

La recidività di certe cadute di stile diventa ancora più, passatemi il termine, inquietante se si pensa che alcune di queste dichiarazioni siano già avvenute non solo nella stagione passata, bensì anche durante l’inverno durante eventi registrati e/o programmati, dove le dichiarazioni sono pensate, studiate e riviste. Ossia dove c’è uno script da seguire e leggere.

Come si può pensare di sedersi davanti una telecamera e dire durante la presentazione della nuova line-up piloti che un terzo pilota (Mick Schumacher) è già candidato a sedersi su una Ferrari nel prossimo futuro? Stai già dando una scadenza a Sainz, che è appena entrato a Maranello. Stai già caricando di ulteriore (ed inutile) pressione un ragazzo che la pressione la vive costantemente per i motivi che tutti conosciamo, alla vigilia del suo esordio in Formula 1.

Come si può durante la presentazione della SF21 dire, recito testualmente, “ci sarà un momento in cui commetteremo eventualmente degli errori, alcuni inevitabili, altri anche intollerabili”? Di errori intollerabili se ne sono già visti in abbondanza, forse troppi, nelle ultime stagioni. Sotto tutti gli aspetti. Giustificarli in partenza di una stagione che dovrebbe essere (per l’ennesima volta) quella del rilancio, mettere le mani avanti in questo modo così plateale non mi è sembrata la migliore delle presentazioni. Queste dichiarazioni sono alcuni degli errori intollerabili che un Team Principal della Ferrari non può permettersi.

Però dai, almeno sul piano tecnico e dei risultati fino ad ora tutto a posto.

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